Al chiaror dell'aurora
il mio pensier si desta,
lieto, si veste di rugiada,
sul suo capo i dardi del Sole
come diadema, si leva
un volo di gabbiani,
e un lieve stormir di fronde
lo saluta, così nel suo cor ardito
sorge la Libertà benigna.
E pur giunto oramai è il vespro,
cullato dal canto dei flutti
e s'ode un verbo, quasi lamento,
è quel d'un solingo poeta
che pien di speme invoca: "Amore!"
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