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venerdì 8 aprile 2011

ALLA CITTA’ DELL’AQUILA


Sguardo di fanciullo:

un lago, riverberi d’ innocenza e terrore
serbati in un fragile cofanetto,il suo piccolo cuore.

Dama Natura, perché destasti dall’ agitato torpore,in un sì straziante boato,
la Terra, sublime culla e premurosa madre dell’intero creato?
Forse l’umana genia coi suoi vani affanni
compié turpi abusi a tuoi danni.

E pur a voi dedico il mio tacito pianto:
per ogni alma, di Dio mirabil vanto,
sorgano prati dei più sublimi fiori,
effondano Speranza coi loro colori.



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