Un lamento lacera l’aria del mattino, tersa e lieve,
si spande fra le nubi, tenace e greve,
un’aquila nella glaciale gabbia dell’indifferenza, implora pietà
martoriata da vana stoltezza e rovente iniquità,
il suo cuor affranto piange gl’innocenti figlioli,
mai più carezze, né spensierati voli.
Forse, in questo mondo infido,
anche la Speranza ha abbandonato il suo nido?
No,vi dico, almen finchè fulgidi occhi di bambino,
come stelle, ad ogni uomo sveleranno il cammino.
si spande fra le nubi, tenace e greve,
un’aquila nella glaciale gabbia dell’indifferenza, implora pietà
martoriata da vana stoltezza e rovente iniquità,
il suo cuor affranto piange gl’innocenti figlioli,
mai più carezze, né spensierati voli.
Forse, in questo mondo infido,
anche la Speranza ha abbandonato il suo nido?
No,vi dico, almen finchè fulgidi occhi di bambino,
come stelle, ad ogni uomo sveleranno il cammino.
Nessun commento:
Posta un commento